di Roberto Farinelli *
Archeologia e Dante, attraverso una lettura dei luoghi e dei
personaggi nominati dal poeta che hanno un nesso con la Maremma alla luce delle
più recenti acquisizioni storico-archeologiche sul terreno. L’archeologia
medievale ha vissuto una crescita straordinaria in Maremma, alla ricerca di
risposte a domande storiografiche del tutto indipendenti rispetto alle
curiosità che possono scaturire dall’esegesi dantesca siti
archeologici roma. Tuttavia, proprio il suo stesso sviluppo ha condotto
ad acquisire nuove informazioni circa le fasi due-trecentesche di molti centri
maremmani menzionati da Dante o comunque connessi alla sua opera, nonché sul
complessivo contesto socio-economico e ambientale di questa terra. ritrovamenti
archeologici
Sulla base delle testimonianze archeologiche, la Maremma al tempo di
Dante va descritta sotto il profilo insediativo e paesaggistico, con
particolare riferimento ai principali centri urbani di Grosseto e Massa
Marittima. Lo sguardo va quindi focalizzato sui maggiori castelli maremmani,
quelli menzionati nella Commedia, quelli legati ai personaggi dell’opera
dantesca, e infine quelli coinvolti nella sua vicenda biografica ( ad esempio
Santa Fiora, Campagnatico, Castel di Pietra, Montemassi, Roccastrada, Tino di
Moscona e Talamone) parco archeologico
di paestum. In questo ambito sono studate le forme dell’espansione
economica e politico-militare del comune di Siena nella Maremma grossetana tra
XIII e XIV secolo, come pure la risposta delle comunità maremmane a tale
espansionismo e la reazione dei principali signori rurali egemoni in questa
regione (Aldobrandeschi – Conti di Sovana-Pitigliano / Conti di Santa Fiora) museo archeologico.
Molti esponenti delle casate nobili rurali erano soggetti ben noti a Dante e ai
suoi ospiti durante gli anni di esilio in Lunigiana e nel Casentino, forse li
conobbe in prima persona, o comunque erano a lui ben noti per via indiretta.
Tra questi spicca Paganello Pannocchieschi, detto anche “Nello da Pietra” che
Marco Santagata, grande dantista recentemente scomparso, ha definito come “un
nemico politico” di Dante, per il suo ruolo di persecutore armato dei guelfi
bianchi in esilio a Pistoia restauro
archeologico. Due grandi scavi hanno portato alla luce le residenze di
Nello nei suoi principali castelli, due centri che si fronteggiavano nella
valle del Bruna, vale a dire Montemassi, verso nord, e Castel di Pietra (da cui
Nello prese il nome) verso sud. Nei ruderi di quest’ultimo, in occasione delle
celebrazioni dantesche del 1921, venne apposta una lapide con i versi del V
canto del Purgatorio:
“ricorditi di me, che son la Pia;
Siena mi fé, disfecemi Maremma:
salsi colui che ‘nnanellata
pria
disposando m’avea con la sua gemma”
E proprio nelle stratigrafie di fine Duecento sono stati rinvenuti sia
un boccale con l’emblema dei Tolomei (famiglia senese cui tradizionalmente è
ritenuta appartenere la Pia), sia un boccale riconducibile ai Caetani, vale a
dire al nipote di papa Bonifacio VIII, cui era andata in sposa Margherita
Aldobrandeschi prima del matrimonio con Nello da Pietra, vale a dire il
matrimonio che per molti commentatori danteschi costituì il motivo scatenante
dell’uxoricidio, cui alludeva la Commedia. siti archeologici
italia
*Professore di Epigrafia Medievale – Dipartimento di Scienze Storiche
e dei Beni Culturali – Università di Siena
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