di Francesca Raiti e Benito Goglia*
Il cantiere della Cattedrale di San Martino a Lucca fu concluso poco
dopo il XIV secolo e, da allora, il Duomo è sempre stato meta di fedeli,
pellegrini, viandanti e turisti. Tutti loro, prima dell’ingresso, sul basamento
del campanile, furono (e sono ancora oggi) accolti da varie epigrafi latine. La
maggior parte è di carattere sepolcrale ma, sul lato nord, c’è una lastra con
la combinazione di un’immagine e un’iscrizione. archeologia
Si tratta della raffigurazione di un labirinto, costruito con una sola
entrata e nessuna uscita, dunque risolvibile solo ripercorrendo al contrario il
tragitto intrapreso dopo l’ingresso. Accanto ad esso l’incisione di un testo
traducibile così:
“questo è il labirinto costruito da Dedalo cretese dal quale nessuno
che vi entrò poté uscire eccetto Teseo aiutato dal filo di Arianna”. archeologici
L’eroico e bestiale mito ellenico sul labirinto del Minotauro si
ambienta in un contorto luogo dove grava il fato dell’innocente; al cospetto
del labirinto di Lucca, invece, veniva portato il colpevole: la tradizione
popolare narra che si chiedesse ai penitenti di risolvere il rompicapo e, chi
avesse risolto il disorientante gioco, avrebbe avuto salva la vita. Tuttavia è difficile
riconoscere con certezza il significato reale del simbolo che è coinvolto in
lunghe tradizioni sia sacre sia profane. scoperte
archeologiche
Un’ipotesi che si discosta dalla visione consueta propone di esaltare,
nell’interpretazione del testo, il personaggio Dedalo, a discapito di Teseo e
Arianna. Dedalo è il primo architetto, il primo ad avere riconosciuto il ruolo
di “creatore”. È lui che è mitologicamente l’antenato degli ingegneri edili e
l’emblema dell’uomo che pare assomigliare a Dio dando vita a qualcosa. Forse
quell’iscrizione può essere stata un’espressione poco esplicita con un
riferimento agli architetti e quindi un ammonimento ai visitatori nel ricordare
che quella dimora divina è opera umana. musei
Quadratro Sator
Il Sator del duomo di Siena
La stessa riflessione può adeguarsi ad un’altra iscrizione su un altro
edificio sacro: il Sator inciso su una parete del Duomo di Siena. La frase
palindroma sator arepo tenet opera rotas, ovvero “il seminatore sul
carro-aratro tiene le ruote dell’opera”, ha la sua origine in relazione alla
fondazione di Roma. Per inaugurare una nuova città, infatti, era prassi innanzitutto
delimitarne i confini tracciando un solco con l’aratro. parco
archeologico
Il Sator è quindi rievocazione di un’azione tipica della realizzazione
di qualcosa, di una formazione, di una nascita. Se si considera che il Sator
possa riferirsi alla memoria di attuali e concreti autori e non solo e non
sempre alla rievocazione di antichi riti, esso assume un diverso ma più
realistico significato. scavi
di pompei
Tale legame Sator – creatore è più esplicito in un’epigrafe presso il
sottotetto della Pieve di San Giovanni a Campiglia Marittima dove, nel Sator, è
integrato il nome abbreviato dell’autore: l’architetto Matteo.
Non si tratterebbe di un’eccedenza di superbia che eguaglierebbe Dio e
gli uomini nell’opera della creazione, piuttosto, coloro che si adoperarono
nella costruzione di maestosi edifici l’avrebbero fatto per Dio e con la sua
benedizione.
Una serie di labirinti
Santarcangeli, P., Il libro dei labirinti, storia di un mito ed un
simbolo, Sperling & Kupfer editori, Milano, 2000, p. 26, 5.
L’epigrafe del Duomo di Lucca e l’epigrafe del Duomo di Siena hanno
quindi vari aspetti in comune. Innanzitutto sono combinazioni di sagome e
parole. Entrambe le iscrizioni sono state tratte da un culto pagano e antico
con un’origine simbolica mitologica. Tutte e due, nonostante l’indole profana,
sono poste su edifici di carattere sacro. Soprattutto, però, sia il labirinto
lucchese sia il Sator senese potrebbero avere un legame con le figure degli
artefici, una potenziale novità interpretativa che sottolinea il rapporto tra
l’opera e il suo architetto, ad oggi poco intendibile ma magari sottointeso e
compreso in passato.
Referenze bibiografiche:
Santarcangeli, P., Il libro dei labirinti, storia di un mito ed un
simbolo, Sperling & Kupfer editori, Milano, 2000.
Iannelli N., Misteri culti e segreti dell’antica Roma. Dalla fondazione
dell’Urbe a Costantinopoli. Il Sator e i simboli della tradizione romana.
Angelo Pontecorboli Editore, Firenze, 2014.
*Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali – Università di
Siena
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